
Anteprima dettagliata di
Mostre domestiche di "abbi cura di te"
10 dicembre 2020

Viaggi di carta

I miei taccuini di viaggio, ogni tanto ne apro qualcuno tra quelli che tengo ben ordinati nella Libreria dello Studio, annuso, sento l’odore della carta e ogni volta ritorno con la mente nei luoghi descritti, tra le persone frequentate e le emozioni vissute.
In ogni viaggio che faccio porto sempre con me una scatola di acquerelli ed un carnet che riempio di disegni e annotazioni, amo scrivere e disegnare; è un’attività che aiuta la comprensione e successivamente supporta i ricordi, così in seguito questi taccuini mi consentono di viaggiare di nuovo mentalmente in quei luoghi. In questa Mostra Domestica i miei ricordi ritornano in Cina, in Portogallo e a Granada. Luoghi di vita intensa, di cultura, di natura e di tradizioni che valeva la pena visitare e tentare di comprendere.

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"L'infinito. Omaggio a Giorgio Morandi"

Nelle giornate di quarantena la casa gialla è stata una presenza costante, si affacciava dentro la nostra finestra e lasciava affiorare solo un piccolo rettangolo di cielo nel quale scorreva la vita



* Photos by Stefano Anzini

Interno notte
lNoi siamo tempo e sguardo.
Noi siamo tempo e spazio.
Noi siamo tempo, dentro ritmi, sequenze che rallentano e accelerano il nostro sguardo, rallentano o accelerano la percezione del nostro tempo.
Il passaggio tra il giorno e la notte segna un tempo di passaggio fatto spesso di magia e poesia dove alcuni dettagli ci rivelano sorprese inattese e intimità non rivelate se non volgiamo lo sguardo e rallentiamo il nostro tempo.



Estate sulla mia tela

In questo periodo ho iniziato a dipingere i miei sogni.
Non abbiamo potuto viaggiare ma sognare l'estate è sempre la parte migliore dei miei quadri. In questo dipinto sono a Capri in barca, su un lettino con un bicchiere di vino.



Ti ho fatto una foto sul confine erbaceo.
Nei mesi di segregazione dentro casa siamo stati compagni di tempo. Io e le piante del mio terrazzo; compagni ogni anno involontari, che invece, questa volta, si sono dovuti scegliere.
Non ho potuto evitare di osservarne la nascita, la crescita, la fatica. Ed è venuto naturale averne cura, fare in modo che la nostra vicinanza si trasformasse in una reciproca attenzione. Loro hanno curato me, io ho provato a curare loro.
E a raccontarlo. Il titolo è il verso di una canzone di Belle & Sebastian, altri fidati compagni del tempo pandemico, e non solo; una canzone il cui nome è una chiamata alla speranza, dopo mesi di buio: Another sunny day.
Buon ascolto.




L'Italia in 300 immagini

Si può viaggiare anche da fermi, solo sfogliando un libro di fotografie in b&n, immagini della nostra bell'Italia



Cibo, natura, abitare:
la mia stanza tra interno ed esterno

La stanza, che ho costruito nel tempo, tra architettura, avventura e natura, è il mio luogo privilegiato, lo spazio dove nascono le mie buone idee, dove lo sguardo va oltre la finestra, verso il paesaggio, dentro la natura.
Il luogo dove disegno, progetto, mangio il mio cibo naturale, dove riposo e sogno, ma mi sveglio e diventa reale, guardo i quadri, le immagini, accumulo la memoria e i ricordi, gli oggetti, i libri, le passioni… in pratica dove Abito. Una stanza tutta per me, frutto di un costante lavoro ecologico di riciclo di oggetti, colori, arredi, e tanto altro. La stanza che mi rappresenta come persona, architetto, ricercatore, meridionale-mediterraneo del mondo.


Le scarpe che non ti portano da
nessuna parte, ma ovunque.

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Progettare scarpe che non puoi indossare da nessuna parte.
Durante la quarantena, dato che nessuno poteva uscire, nessuno indossava scarpe, io, in quanto designer, ho realizzato delle calzature che comunque non si possono portare all'esterno. Una collezione di 4 serie di scarpe concettuali, chiamate: Bouquets, Dark Room, Cassette, Matisse, ognuna ispirata da un oggetto del mio passato.
Tutto è iniziato quando ho capito di avere finalmente il tempo di ripulire e organizzare tutti gli armadi e cassetti che non aprivo da secoli. Così facendo ho trovato oggetti che non vedevo da anni, come le cassette della nostra vecchia segreteria telefonica con le voci dei miei nonni scomparsi 20 anni fa, musica e video della mia infanzia tra tanti altri oggetti del mio passato. Ecco perchè ho combinato oggetti del mio passato con oggetti che creo oggi, dando vita ad una collezione fatta di sogni.


Vicino e personale

Qualcuno potrebbe dire che ogni curatore di fotografia è un fallito (o aspirante) fotografo. Ho iniziato a scattare da adolescente, sia per catturare ricordi che per puro divertimento; poi (e sempre di più durante i miei studi di architettura) come mezzo per prendere appunti visivi; infine, la "formazione" della mia macchina fotografica mi ha permesso di creare immagini che sembrano molto personali piuttosto che documentarie.
I dettagli sono probabilmente più facili per i fotografi dilettanti, poiché si basano più su un buon occhio che su conoscenze tecniche e attrezzature professionali. Poiché fotografo principalmente quando viaggio, questa mostra virtuale è composta da "frammenti" di luoghi che ho visitato negli ultimi dieci anni circa, confortanti ricordi di un mondo al di fuori dei confini di casa mia.
Un album di 75 fotografie di
Valeria Carullo - Curatore di fotografie
18 giugno 2020



Nuotando

In Cent’anni di Solitudine un diluvio colpisce Macondo per quasi due anni consecutivi: qualcuno si affanna continuamente a costruire canali di scolo e riparare le abitazioni, qualcun altro vi si abbandona languidamente.
Al termine della pioggia gli arabi del bazar appaiono tranquilli: sono sopravvissuti senza problemi, nuotando.




Per l'insegnamento
Ricreare con i libri e gli oggetti d'arte di una vita una collezione personale che aiutasse l'insegnamento da remoto, aprendo mondi.
* Photos by Simona filippini



Finestre

Durante i mesi di lockdown ho passato molto tempo a riprendere in mano i servizi fotografici dedicati a certe architetture che ho realizzato nel corso degli anni. In quel periodo, vissuto prevalentemente nello spazio chiuso della mia casa, ero attratto soprattutto dalle fotografie che ritraevano finestre, e da quelle in cui con lo sguardo avevo cercato l’esterno.
Ne ho scelte alcune, dando forma a un paesaggio che è un collage di tante diverse finestre e di tanti diversi scorci. La camera è anche la macchina fotografica, e ogni fotografia è una finestra.



Siamo già stati qui!

La voglia di crescere nei momenti meno facili senza perdere la speranza per un futuro ancora più interessante come gli spaghetti alla Carbonara.
Spaghetti alla Carbonara, una ricetta relativamente recente, nata negli anni dopo la seconda guerra mondiale, nell’Italia della rinascita, quando il paese era attraversato da un grande entusiasmo, da una voglia di crescere, di stare bene, anche a tavola, dopo anni di stenti e di fame, si tratta di una ricetta senza una paternità una data e un luogo di nascita precisi. Leggendo questo articolo della cucina Italiana mi ha fatto pensare della stessa cosa che stiamo confrontando, il lockdown e la voglia di crescere accettando la dura situazione e cercando di dare tutto per creare cose ancora più belle di prima. Ho scelto questo piatto perché mostra speranza, creazione, novità con le sue materie prime semplici e accessibili per tutti, l’ho abbinato con un vino bianco del territorio, un verdicchio morbido e fresco per farci capire che la vita è bella tutta.




Adda passà a' nuttata
[Video per "Sound, Space or Time" con Shirin Neshat, 2018]
Un parallelo poetico tra la vita e il mare, gli orizzonti aperti, la fantasia, i sogni, il futuro, la speranza



Contesti / Coincidenze
da abusare per sopravvivere

A causa dell'era del tutto condiviso, in cui viviamo, a volte i contesti distanti sembrano superficialmente simili, perché alcuni dei loro elementi possono coesistere più di una volta, contemporaneamente. Quindi si verificano coincidenze.



Quel muro

Il 2020 e la sua situazione di blocco, hanno portato me e forse tutti, più vicini agli spazi intimi intorno a noi, facendoci sentire più profondi e ispirandoci. Per me è stato questo muro.
Questo particolare angolo della casa è come una mostra temporanea di cose che sono importanti per me non solo per il loro valore artistico ma anche per i ricordi che mi portano. Alcuni dei pezzi “esposti” su questa parete sono originali, un collage, alcuni dipinti, pezzi di fotografia, di vari artisti. Altri invece sono fatti da me, uno schizzo, una foto e ovviamente “La Moto”. Questa opera d'arte rappresenta la mia passione per la tecnologia e penso che Razr ne sia un brillante esempio. Questo telefono ha cambiato la storia dei cellulari, ha dato valore al design e alla cura dei dettagli. Avere questo pezzo appeso al muro è come avere a casa la storia tecnologica degli ultimi 20 anni. Ed è così che ho sentito di avere un museo di musei.



Siamo ciò che ricordiamo!
Il 28 febbraio, la conferenza stampa di Alain Berset, capo del Dipartimento federale degli affari interni della Svizzera, sulle misure contro il coronavirus è stata un punto di svolta per il mio 2020.
Da una vita nomade frenetica e sentimenti di empowerment moderno mi sono ritrovato a stabilirmi nella mia città natale, impotente riguardo alla situazione.


Ecco dove ti ho incontrato


Quando ho ricevuto l'email che mi chiedeva un progetto per Abbi Cura di Te, ero a letto, appena sveglia. L'idea che mi è venuta subito, è stata quella di rappresentare questa dualità tra l'essere a contatto con la realtà (con doveri e ricordi) e l'essere colti nella nuvolosità di un sogno. Questa raccolta di idee è stata inizialmente registrata in un testo e poi si è evoluta visivamente in un video, che parla di un luogo non specificato ma molto preciso e di una persona non specificata ma molto precisa. Mi piace pensare che entrambi questi elementi facciano parte di una visione della mente, incerta tra un ricordo e un desiderio. Una fiaba.
Ecco dove ti ho incontrato. Ed è qui che ho iniziato a invecchiare. È qui che ho ricominciato a usare il termine "casa" senza sentirmi in colpa. Qui è dove io e te ci siamo tenuti per mano. Ma dov'è qui? E chi sei tu? "Here’s where I met you" è una mostra video su un luogo immaginario e un soggetto immaginario, incastonato tra un sogno e una realtà. È da qualche parte e qualcuno che hai visto una volta, scivolando nel sonno e nel risveglio.




STIMA

STIMA è nato durante il lockdown COVID19.
Chiuso nella mia casa, potevo solo guardare fuori dalle finestre, i rapporti tra estranei non erano consentiti, questo limite mi ha portato a cercare di sapere di più sulle persone che non potevo incontrare. Immaginare per poi scoprire.
Dalla mia posizione ho cercato di capire ed immaginare chi fossero le persone vicine a me, i miei vicini di casa. Mi sono posto diverse domande su di loro, ne ho scelte 5 ed ho rappresentato su 5 poster l'analisi di questi dati. Nello specifico ho analizzato le 2 scale del mio palazzo (scala A e scala B), ogni scala ha sei appartamenti. In ogni appartamento vivono una o più persone. Le persone sono quindi diventate valori: ogni valore corrisponde infatti ad una persona. Dopo aver inserito tutti i dati che avevo raccolto, in base appunto ad una stima, ho chiesto attraverso un breve questionario, le stesse 5 domande ai diretti interessati. Alcune delle loro risposte sono ovviamente diverse rispetto a quello che mi ero immaginato. Le risposte fornite dai miei vicini di casa vengono poi corrette a mano sull'originale stampato.
Il progetto mi ha dato diversi spunti di riflessione, mi ha fatto capire quanto siamo legati al concetto di prossimità. Sappiamo molto di più delle persone che ci sono vicine e quasi nulla di quelle che sono al di fuori del nostro campo. Più ci allontaniamo, meno sappiamo. Mi ha fatto accorgere che ci sono delle persone vicino a me che ignoravo. Alla fine il progetto ha cercato di diventare un mezzo, un ponte di comunicazione con queste persone. Purtroppo solo le persone di 3 appartamenti hanno deciso di rispondere al questionario, i 3 più vicine al mio.


Un coccodrillo nel cortile. Lockdown a Bruxelles

Trovarsi in un luogo in cui si pensa di restare solo per qualche giorno. E invece questo luogo si trasforma nella tua casa per mesi. Sulla soglia del cortile, strappato a chissà quale fontana da giardino di una villa di borghesi con pretese aristocratiche, un coccodrillo di pietra, di nessun pregio artistico, ma non importa: sorprende
scoprire che resta minaccioso né più né meno di un coccodrillo vivo. Ora è lì, solo, immobile, nel cortile; imprigionato per sempre.

