Anteprima dettagliata di
"abbi cura di te" Mostre domestiche
27 luglio 2021

Pezzi di stanze quotidiane
Ho scelto un viaggio attraverso cinque oggetti vicine e lontani nel mio, nostro tempo. Oggetti voluti, nati per caso o per errore. Una volta Riccardo Dalisi mi disse che dagli errori nascono le cose migliori.
Acrilica di Joe Colombo e Gianni, Oluce, 1962. Quando iniziai a registrare le tante puntate televisive per Leonardo TV mi mandarono questa lampa. Ha accompagnato centinaia di dialoghi. Me la regalarono. Da allora sta con me.
Yellow Submarine. Perché senza i Beatles nulla sarebbe possibile, oggi.
Atlante secondo Lenin. Con Mari ho lavorato, gli ho dedicato la mia tesi di laurea sul passaggio dall'arte al progetto design. Questo pamphlet con dedica è un periodo della mia vita.
Premio città Morandiana di Colleferro per giornalismo e divulgazione. Inatteso quanto gradito. Anche per conoscere nuovi compagni di viaggio.
L'incontro con il Maestro Luigi Ontani è esperienza recente. “Architetto Tartaro” (non sono architetto) e “Vivarte” sono dediche e riconoscimenti che caricano a molla ogni giornata.




"Inferno e Paradiso"
Favola di un lockdown personale
Questo video-collage (lungo il doppio del consigliato, sorry), come da regolamento pandemico, è rigorosamente home-made.
Nella sua semplicità, è il risultato poco serio di un apparentemente insensato insieme di foto scattate da me durante il 2020; mostrano la mia casa e il mio mondo durante i lockdown, Paradiso ma anche Inferno, accoglienza e prigionia.
Tuttavia, ho deciso di farmi una risata! Compaiono quindi alcuni effetti offerti dal programma di edizione video, ben come alcune immagini rubate da internet durante i circa “20.000” webinar finora seguiti o googlate fatte. Alcune denunciano una spudorata ricerca di sollievo, altre la realtà vissuta nei periodi di clausura.
I colori sono pochi ma rappresentano, insieme alla musica, il conforto: la torta di compleanno, un lavoretto fatto da mio figlio (oggi adolescente) quando aveva tre anni, i libri. Ecco a voi, il mio lockdown.




Ecosistema personale
Il posto che chiamo casa è dove sono nata e cresciuta. La pandemia è stata un'occasione particolare per riconnettermi con l'ambiente circostante a casa. Dopo anni passati a trattarlo solo come un luogo di riposo, ho avuto la possibilità di sfuggire alla frenesia della vita quotidiana, ai viaggi, agli impegni sociali e a tutte le caratteristiche tossiche della modernità.
L'inaspettato tempo forzato passato a casa mi ha dato una nuova prospettiva di questo ecosistema creato da noi. Ho iniziato a rendermi conto che tutti gli oggetti raccolti dalle diverse generazioni della famiglia collegano nostalgicamente il mio presente al passato. Rappresentano in modo univoco il carattere di tre generazioni nella storia della mia vita. Ogni pezzo ha un'anima che mi infiamma di emozioni.
La casa è già il museo più personale e prezioso arredato con oggetti che per me significano qualcosa. Sto osservando e apprezzando.






Quando la mia chitarra suona…cambia il mondo.
A l’età di tre anni in casa mia nonna c’era un armadio dove mio zio custodiva la sua chitarra. Di nascosto aprivo l’anta e saltavo dentro per strimpellare e battere le corde di quello strano ed enorme strumento strumento appoggiato ad uno stipite che albergava silenzioso tra cappotti e coperte accatastate l’una sull’altra. A otto anni mi hanno regalato una chitarra per il mio compleanno. A dieci anni suonavo in un complessino ma negli anni successivi, migliorando la tecnica degli accordi. Entrai a fare parte di diversi di gruppi musicali giovanili.
Da allora la chitarra mi ha sempre accompagnato. E’diventata uno strumento, non solo per suonare ma anche anche per misurare il mondo. L’ho utilizzata come test di confronto con oggetti e soggetti tra i più disparati: architetture, elementi naturali, forme artificiali, micro e macrocosmi, filosofie, progetti… Una password, per visionare e accedere ad un’immensità di segni e saperi misurati col metro di questo strumento, che sulla matematica dei suoni organizza il suo design e la sua presenza sonora tra di noi. Le analogie e le metafore sono state alla base di questo “travel around the senses” che mi ha consentito di cogliere molti degli aspetti non visibili, nascosti dietro l’apparenza dell’Essere. Questo video, utilizzando lo stesso metodo, raccoglie e mette insieme analogie di immagini disparate di autori sconosciuti, raccolte in rete, confrontate e riorganizzate con la mia Key pass: My Guitar :)
Un Musica, suoni e video di 4:28 min di Fortunato D'Amico – Curatore
16 febbraio 2021



KAVAFIS
#ispirazione

Questa piccola collezione incrementale, che, prima di trovare la sua collezione finale nella libreria di casa mia qui a Milano, era disposta sulla scrivania della mia postazione di lavoro nei Paesi Bassi, è un accumulo di memorabilia personali assemblato negli ultimi dieci anni. I diversi pezzi sono sia regali che souvenir che incarnano esperienze specifiche, che insieme raccontano il viaggio della mia vita adulta. lontana dall’essere una vera e propria mostra, è più che altro una narrazione intima portata avanti attraverso gli oggetti, in modo a volte kitsch, a volte apertamente sentimentale, di momenti che meritano di essere ricordati, cosa che si è rivelata essere molto utile in tempi di disillusione.







Paesaggi intimi
Il mio lavoro di quest'anno consiste in un'esplorazione dei concetti di intimità, riflessione mistica, raccoglimento e autoconsapevolezza della necessità di fuggire dal mondo tangibile.
I dipinti rappresentano la soglia di un mondo irreale a metà tra il figurativo e l'astrazione, presentando paesaggi immaginari che evocano tempi passati che sono stati catturati su una tela.
L'ambiente scelto per esporre quest'opera è un appartamento in costruzione in cui lavoro come architetto. Il caos dei dintorni contrasta con i dipinti esaltando l'idea di un portale verso un'altra realtà.
Un'illuminazione drammatica cattura la nostra attenzione ma è solo quando l'opera viene osservata da vicino che si apprezzano i dettagli, le trame e i colori, le cui miscele creano paesaggi secondari all'interno dell'opera stessa.
Le mie ispirazioni sono molto varie, dal chiaroscuro della pittura barocca spagnola, passando per Turner e l'impressionista, all'espressionismo astratto o alle opere di Lucio Muñoz sull'abside di Arantzazu. L'espressività dei materiali e il contrasto dei colori sono fondamentali come meccanismo per formare queste crepe che si aprono e ci permettono di entrare in questi paesaggi immaginari che in definitiva fanno parte della mia intimità.
Mixed Media su 6 tele (Cinque 120x80, una 1800x100) di
Juan Alonso Gordoa - Architetto
23 marzo 2021


Ci vediamo domani.
Material Balance SAPERLab è uno spazio ricco di storie e culture da vedere e da raccontare grazie alle tante persone che hanno lasciato in loco il loro contributo. Inoltre, la sua posizione strategica al centro del Campus e alle sue vetrate, gli permette di vivere a pieno la vita universitaria dei partecipanti. Ma durante il lockdown, di tutto ciò, altro non è rimasto che uno spazio vuoto, fine a se stesso, al centro della solitudine in attesa di un ritorno dei suoi (contributori e visitatori) o (partecipanti). Un pomeriggio come un altro finito al Material Balance SAPERLab con un “Ci vediamo domani”, ma nessuno avrebbe saputo quando sarebbe arrivato quel domani/ An afternoon like any other ended up at the Material Balance SAPERLab with a "See you tomorrow", but no one would know when that tomorrow would come.

Un video di 1:39 min di
Ingrid Paoletti - Associate Professor of Building Technology &
Material Balance Research SAPERLab - Laboratorio Gruppo di Ricerca
15 febbraio 2021



Il mio Chandigarh
Durante lo scorso lockdown ho iniziato a raccogliere fotografie e documenti risalenti a quando mio padre lavorava come ingegnere a Chandigarh, la città indiana progettata da Le Corbusier. Queste immagini, che insieme a documenti storici e riviste dell’epoca andranno a formare il mio archivio personale, mi hanno permesso di rivivere la mia giovinezza, passata a esplorare il cantiere di Chandigarh insieme a mio padre e, al tempo stesso, di ripercorrere la storia dell’India degli anni ‘50.


Una raccolta di 41 fotografie di famiglia
& Documenti storici di
Arun Mirchandani – Ingegnere Civile e Archivista
19 giugno 2021


Farfalla
Butterflirt stava prendendo vita quando le notizie sul Covid-19 in Europa sono diventate i titoli di tutti i giornali del mondo. Le farfalle sono state create negli ultimi 100 giorni e ognuna di esse è un'ispirazione per alcuni momenti salienti del giorno in cui sono state pensate e create. Una pagina instagram chiamata butterflirt è la testimonial della mia collezione immaginaria, ho trovato questo un modo per comunicare e mostrare positività ai miei amici e familiari, raccogliendo i miei pensieri ed esprimendoli al mio mondo esterno raggiungibile, usando i social.







89° 15′ 50,8″
#Soul
Nell'ultimo anno l'unico paesaggio che avevo davanti agli occhi era la mia casa. A causa del lockdown ci era stata tolta la possibilità di uscire e interagire fisicamente con gli altri e improvvisamente ci siamo ritrovati soli, o forse solo in compagnia di noi stessi. Questo mi ha portato a pensare a come, a causa della pandemia, abbiamo assistito ad un'inversione tra esterno e interno. La mia proposta vuole manifestare questo cambiamento attraverso un oggetto a me familiare e che, ovviamente, non sono riuscita a trovare da nessuna parte se non a casa. Per questo motivo ho iniziato a girovagare, fino a quando ho visto, "appoggiata" sullo scaffale della biblioteca in camera mia, una bussola che i miei zii mi regalarono tanto tempo fa e che portavo in tasca come se fosse un talismano capace di proteggermi. L'ho preso in mano e l'idea di Abbi Cura di Te è venuta chiara. La foto che presento è semplice, forse non perfetta, ma vuole rappresentare esattamente questo passaggio dall'esterno all'interno. Infatti un oggetto come la bussola che solitamente si usa per trovare la giusta rotta in uno spazio esterno, è nella mia foto trasferito in un interno. Con questo vorrei mostrare come, anche se il momento che tutti stiamo vivendo sta reimpostando i punti di riferimento canonici e tradizionali, come le relazioni sociali, sia ancora più necessario trovare un “Nord” in noi stessi. La bussola infatti non è altro che un oggetto che è sempre stato utilizzato per trovare il Nord. Qui il Nord non è quello geografico, ma intimo, è l'89°15'50.8″ che ognuno di noi ha cercato, cerca e continuerà a cercare.






Perché lamentarsi?
#prestazione
"La pandemia ha costretto le persone a restare a casa con i propri cari.
Per me (l'estroverso e il socievole) è stato troppo lungo e ha superato il punto di depressione. Durante questi momenti emozionanti sulle montagne russe, la mia bambina è diventata tutto per me, letteralmente, il buono e il cattivo, il salvatore e il disastro, l'intrattenitore e il distrattore, ecc. Questo stile pop art della foto di mia figlia rappresenta ogni volta che l'ho vista durante questa pandemia, ripetizione con colori diversi, abbellimento diverso. In effetti, troppo non va mai bene, ma un secondo senza di lei mi fa sicuramente sentire la sua mancanza.
Quindi, ho pensato, perché lamentarsi? Basta renderlo pop."




Il silenzio che mette a fuoco il mondo
#realtà

Quando il “fuori” rompe prepotentemente i nostri silenziosi spazi d’isolamento si genera l’occasione per mettere a fuoco il mondo attraverso nuovi parametri visivi. Lo scatto fotografico diventa un catalizzatore di sguardo lucido foriero di rivelazioni: la natura che vediamo ogni giorno, ma che non guardiamo mai; un tocco di luce, fotografico e metaforico, che evidenzia il rituale eterno della nascita, stridente davanti all’eco continuo del suo opposto. Un’inversione del “sublime” tutta contemporanea. Un racconto reale di piccole attese, condivisioni e nuove consapevolezze.
Questi scatti rubati hanno rappresentato un micro mondo catalizzatore di curiosità e attenzioni per alcune famiglie che, in quei giorni d’isolamento e tensione, hanno condiviso lo stupore per alcuni eterni rituali della natura che solitamente non ci fermiamo mai ad osservare, se non quando capitano letteralmente sulla soglia di casa. Il silenzio assordante del fuori casa “muto” e rotto unicamente dal rumore delle ambulanze, per un mese ha trovato contrappunto in quel pigolare di nuove vite che, anche solo attraverso una foto condivisa in chat, si faceva sentire nitidamente. Un’alleanza inaspettata tra uomo e natura che ha offerto a famiglie distanti la possibilità di condividere un’esperienza comune, dando senso all’idea di “prendersi cura” tra esseri viventi. Un racconto reale di piccole attese, condivisioni e nuove consapevolezze.


Serie di 5 scatti rubati; un’esperienza familiare di Marica Guccini - Storica dell'Arte
04 settembre 2020


Scende il sole,
sale la sera,
sarà rosa?
Un album di 25 fotografie del cielo di
Marzia Ferrari – Architetto
29 marzo 2021



#prestazione

" m’illumino d’immenso ed è subito sera” (G. Ungaretti).
“Tienimi per mano al tramonto, quando il giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle” (H. Hesse).
Nel lento scorrere del lockdown, con le giornate che piano piano si allungavano, l’appuntamento con il tramonto è diventata un’abitudine costante. Si sfondavano i muri entro cui eravamo confinati per vedere all’orizzonte ogni giorno uno spettacolo di diversa meraviglia: qualche volta lento e sereno, qualche volta drammatico e tempestoso. I tramonti della Versilia! Il sole che scende nel mare trasformandone i colori. Dalle foto che ho iniziato a scattare ogni sera è nato una sorta di diario dei miei giorni di quarantena.
Dolce crepuscolo di Versilia: il mare si popola ed ogni voce si spegne, mentre la sera spande profumi e racchiude il paesaggio nell'ombra e nel silenzio. Ma verrà presto la notte e l'aria si riempirà della musica delle feste d'Estate illuminate dalla luna.
“Sera di Versilia”, Alfonso Gatto.

Metamorfosi
Metamorphosis è una mostra introspettiva che utilizza la poesia, la fotografia digitale, la proiezione di collage, il profumo e la melodia come metodi per preservare e rimodellare frammenti di tempo. L'esperienza immersiva è strettamente connessa all'auto-ricerca dell'autrice con un'enfasi sui suoi ricordi, stati emotivi e visioni del mondo che rispecchiano le varie fasi della sua vita che entrano nell'età adulta. Lo spettacolo ritrae i temi onnipresenti del trauma, della malinconia e di altri sentimenti profondi derivanti dalla posizione personale del creativo.
Ognuna delle fasi della trasformazione è pensata per essere installata negli spazi più intimi della propria casa, non necessaria in ordine successivo.
Poiché l'ansia e la preoccupazione sono condizioni spesso associate al disturbo del sonno stranamente familiare, l'esperienza confortante è progettata per portare lo spettatore a cadere in uno stato meditativo o nel cosiddetto sonno dorato.


#Soul
* Musica: Ryuichi Sakamoto - Amore Scent: Magnolia blossom Luogo: K itchen table

Una mostra che include
4 fasi di visual, poesia e colonna sonora di
01 aprile 2021



Il virus fantasma
#archetype

Questo fantasma scultoreo nasce dal lavoro di un nonno e del suo nipotino che cercano di far fronte alla noia da lockdown.
Mentre i fratelli più grandi erano impegnati con la DAD, io e Leonardo (bambino dalla meravigliosa capacità manuale) ci siamo rifugiati al piano di sotto, trasformandolo in una “Stanza dei fantasmi” dominata da un personaggio fatto di federe, pezzi di bambù e munito di mascherina. A questo ambiente è poi seguita la “Stanza delle trappole”, creata questa volta da Leonardo e dai suoi fratelli senza che gli adulti potessero metterci piede.
3 raccolte di 32 fotografie di
Ernesto D'Alfonso - Architetto
con il nipote Leonardo
15 novembre 2020




RUMAH

È passato più di un anno da quando sono rimasto nella mia città natale per prendermi cura dei miei nziani genitori asopravvissuti alla pandemia. Trovare una connessione con la casa che ho lasciato 15 anni fa ed essere circondato ogni giorno dai ricordi del passato, mi fa rendere conto che sono la gran parte dell'incarnazione evanescente dei miei genitori. Osservando le luci e le ombre di questa casa fisica, mi occupo della pesante sensazione che un giorno mia madre si sveglierà e si chiederà se tutto fosse solo un sogno dal momento che non riusciva a rintracciare la mia presenza seduta sulla sedia nera accanto a lei.







Wunderstadt;
Un’intima mostra sui tetti della città

‘La mia vita non è quest’ora in salita / dove in affanno mi vedi’. Rainer Maria Rilke
Ogni collezione privata può essere considerata una Wunderkammer. Ciascuno di noi si circonda, secondo le proprie possiblità e gusti, di una serie di oggetti che suscitano emozioni. Ne siamo fieri, li troviamo utili, ci assomigliano o ci stupiscono, diventano in un certo senso una nostra estensione. Diventano così lo spazio simbolico del nostro universo quotidiano, della cura. Durante il primo lockdown, le nostre case da cocoon sono diventati luoghi di confinamento.
Una terrazza condominiale nel centro di Roma capace di riscrivere nuove geografie umane, sociali, dialogiche. Capace di trasformare la wunderkammer in wunderstadt, una città delle meraviglie, in cui persone, oggetti e opere d'arte si parlano, aiutandosi vicendevolmente e riscoprendosi, con rinnovati sguardi d'intesa
* Fotografie di Daniele Epifanio | Con: Sol Costales Doulton, Ivan Mandon, Andrea Settepassi e Cristiano Leone

#ispirazione

Il gabinetto delle curiosità (o ‘wunderkammer) conservava piccoli intrighi: piccoli pezzi di storia. Inoltre, i custodi di questi armadi li usavano come un modo per imparare, raccogliere conoscenze ed esaminare le scienze naturali attraverso oggetti insoliti. Sono certamente parziale nel mantenere piccoli segni di memoria, apprendimento e interesse. Il mio armadietto durante il covid-19 è stato una mia creazione: esplorare i confini di ciò che è possibile creare nel mio spazio domestico.
Questo particolare gabinetto delle curiosità è nato organicamente da un'esigenza di creare e sperimentare. Ho realizzato centinaia di questi vasi in miniatura durante la pandemia, imparando di più con ogni nuova forma e smalto. Stavo creando il mio studio sugli oggetti: sulla forma, su come coltivare ogni colore e consistenza.




L'altra faccia della luna

Ho scelto due foto arrivate a me in questi ultimi mesi. Due foto tratte da vecchi filmini in super 8 di mio nonno. Due immagini ritrovate. Un modo per ritessere fili, per riprendere 'la lunga interminabile conversazione delle donne, quella conversazione che trattiene il mondo nella sua orbita' come dice J. Saramago.
Il riferimento è a questo testo: E' la lunga interminabile conversazione delle donne, sembra una cosa da niente, questo pensano gli uomini; neanche loro immaginano che è questa conversazione che trattiene il mondo nella sua orbita. Se non ci fossero le donne che parlano tra di loro gli uomini avrebbero già perso il senso della casa e del pianeta.
J. Saramago, Memoriale del convento, Feltrinelli, Milano, 2010 p. 97



INTERNORAMA [3 desideri]



Ho fabbricato semplici strumenti, pensati per immaginare piccoli cambiamenti nella casa. Per visualizzare mutamenti desiderati. Filtri analogici di realtà aumentata: internoscopi.
Appena sarà possibile, ti voglio invitare a casa mia.
Ho guardato queste stanze, in cui trascorro un tempo sospeso, e ho espresso tre desideri.
Vorrei condividerli con te, mostrarteli e chiederti cosa ne pensi. Ho fabbricato semplici strumenti: oggetti fisici nati recuperando i materiali disponibili. Pensati per immaginare piccoli cambiamenti nella casa, per visualizzare mutamenti desiderati. Cannocchiali, visori, schermi prospettici, teatrini, filtri analogici di realtà aumentata per offrire un punto di vista su questo paesaggio domestico. Internoscopi.
Spostati un po’ più a destra, ora alzati sulle punte… Lo vedi? Cosa vedi? Si può fare?


